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Cookie Policy

Informativa Estesa

Ciao!

Ti stai collegando da: Columbus, Ohio, United States (potrei essere anche più dettagliato ma non voglio spaventarti) con IP: 3.128.201.207

So anche con cosa stai guardando questo sito:

Impostato in lingua:

Fico, no?

So anche altre cose, ad esempio che sei di sesso femminile, hai fatto da poco la doccia e di professione sei insegnante.

No, scherzo, le ultime cose ho tirato a indovinare. Però potrei averci preso in qualche caso. I dati tecnici iniziali invece sono veri, è vero che li conosco.

Ora, tu dirai, con questa nuova normativa sui cookie mi impedirai di saperli e anche di conservarli. No, mi dispiace deluderti. Continuerò a sapere questi e altri dati di te e continuerò a conservarli anche se a te non dovesse piacere.

Perché questa normativa, diciamocelo, è una grande stronzata. A proposito, non ti ho ancora dato il link per leggerla per intero. Eccolo. Quando hai finito torna qui.

Letto? Hai visto di cosa parla? Dei cookie (tra poco ti spiego cosa sono, perché la normativa mi obbliga a spiegartelo e tu però devi leggere tutto quanto perché ho sudato per scrivere questa "informativa estesa" e tu ora devi leggerla tutta anche perché se sei qui è perché hai cliccato che vuoi saperne di più e quindi leggi tutto fino alla fine), i cookie. Espressamente dei cookie. Ora, se puta caso domani mi gira di memorizzare i tuoi dati di profilazione nel local storage del browser a te non devo dirti niente e chiederti niente. Perché la norma non dice nulla circa il local storage, ma parla dei cookie. Prima sciocchezza.

Cosa sono i cookie

Lasciamo perdere le metafore e le suggestioni. Non stiamo parlando di biscotti. Parliamo di spazio sul disco del tuo computer, un piccolissimo spazio, gestito direttamente dal tuo browser, nel quale possono essere memorizzati in modo permanente alcuni dati scritti dal sito che stai consultando.

Ogni sito può avere un proprio spazio. Lo spazio dedicato ad un sito non può essere letto o scritto da un altro sito.

Le informazioni in questo spazio (ok, chiamiamolo cookie, basta che non pensi ai biscottini, ma piuttosto a spazio di memoria, più vicina all'idea dei post-it), in genere vengono eliminate automaticamente semplicemente chiudendo il browser. Ma è possibile che un cookie sia permanente e rimanga lì fintanto che tu non lo rimuova manualmente (più tardi ti spiego come fare).

Perché diamine i siti usano 'sti cookie?

Per tenere traccia delle tue preferenze e per far funzionare bene i siti moderni. I cookie non nascono per spiarti e danneggiarti. I siti web non sono maniaci voyeur.

Immagina ad esempio di aver scelto di consultare un sito impostandone la lingua in inglese, piuttosto che in francese (nota bene: quel "piuttosto che" significa: invece, no: oppure). Sarebbe bello che, quando torni, il sito si ricordasse di quella scelta e presenti i contenuti già in inglese.

Per farlo, ha bisogno di memorizzare nello spazio del tuo disco un cookie. Se tu lo cancelli o lo impedisci, dovrai tutte le volte impostare la preferenza della lingua inglese.

Immagina ancora di dover accedere a delle aree riservate di un sito. Aree per le quali è necessario fare un "login". Il sito non ha alcun modo per tenere traccia del fatto che tu abbia già fatto il login se non tracciandolo in un cookie. Se tu rimuovi quel cookie o non lo autorizzi, il login non potrà mai funzionare.

Anche un semplice "carrello della spesa", quando fai acquisti online, non potrebbe funzionare senza cookie. E così via, gli esempi che dimostrano l'utilità dei cookie nel regolare funzionamento di un sito web, potrebbero continuare all'infinito.

Ma allora, perché tutta questa paranoia sui cookie?

Non di tutti i cookie. La norma distingue i cookie buoni dai cookie secondo lei cattivi.

I cookie buoni sono i cookie tecnici (quelli usati per gli scopi di cui sopra, sono inclusi nei tecnici anche i cookie che usa Google per redigere le statistiche d'uso di un sito).

Se un sito usa solo cookie tecnici non è costretto ad informare l'utente di tutta questa pappardella che stai leggendo, né tantomeno a chiedere nessuna autorizzazione.

I cookie che non piacciono al Garante della Privacy sono quelli detti di profilazione. Leggiamo come li definisce: "sono volti a creare profili relativi all'utente e vengono utilizzati al fine di inviare messaggi pubblicitari in linea con le preferenze manifestate dallo stesso nell'ambito della navigazione in rete".

Un sito, grazie a questi cookie, può ad esempio essere in grado di proporvi delle case vacanza in Puglia solo perché ha tracciato il fatto che avete fatto una ricerca: "vacanze in Puglia". Pericolo, eh? Paura!

Sembra dunque essere l'uso a fini pubblicitari delle informazioni raccolte a dare fastidio. Ok. Ne prendo atto. Non voglio polemizzare oltre. Assolviamo all'obbligo.

Ecco, bravo. Comincia a dire i cookie che usi tu

Mah, senti, in realtà in questo sito non faccio grande uso di cookie. Anzi, sai cosa? Non uso proprio cookie di profilazione, ma solo cookie tecnici. Quindi avrei potuto del tutto ignorare la normativa.

Però questo avrebbe magari messo in allarme i malpensanti, inducendoli a denunciarmi preventivamente per insolvenza dell'obbligo. Allora meglio eccedere nello zelo.

In effetti, a pensarci meglio, uso dei cookie che necessitano di essere elencati, perché sono cookie di terze parti. Cookie cioè che non gestisco direttamente io e che quindi oggi sono innocui, domani chissà potrebbero diventare di profilazione e irritare i paranoici.

La normativa obbliga in ogni caso ad indicare i cookie di terze parti, anche se solo tecnici.

Dunque, cominciamo, ecco i cookie usati dal mio sito:

  • .espertoweb.it
    è un biscottino che gestisco io, non per la profilazione dell'utente, ma per impedirgli di chiederti ogni volta l'email quando vuoi scaricare un file che offro in download gratuito. È un cookie tecnico, si cancella da solo quando chiudete il browser. Però lo elenco, non si sa mai.
  • .disqus.com
    è un cookie impostato dal servizio terzo che uso per consentire di commentare gli articoli che pubblico. Se volete leggere la policy specifica di questo cookie (il luogo del trattamento è: Stati Uniti d'America), cliccate qui. Se volete disattivarlo, le informazioni le trovate qui.
  • .sharethis.com è il cookie impostato dal servizio terzo che uso per consentire di condividere gli articoli che pubbilico nei vari social network. Il titolare del suo trattamento è negli Stati Uniti d'America e la sua policy così come le indicazioni su come disabilitarlo sono qui.

Se vuoi rimuovere manualmente i cookie dal tuo computer, segui le istruzioni che trovi nelle rispettive pagine dei browser:

Il Titolare del Trattamento dei Dati

Sono io. EspertoWeb di Francesco Leonetti & c. s.a.s.
Via Milano, 54
76123 - Andria (BT), Italia
fleo@espertoweb.it

E quindi?

Quindi niente. Finito. Però aspetta, sei arrivato a leggermi fino qui lasciami finire lo sfogo. Assolto l'obbligo, voglio invitarti a riflettere con me sull'assurdità di questa faccenda.

Innanzitutto complica la vita a chi desidera avere una propria presenza sul web. Le questioni tecniche grazie a sistemi come Wordpress o Joomla sembravano risolte. Chiunque in cinque minuti può mettere in piedi un proprio sito web. Fantastico! Ma ora deve stare attento. Deve avere un buon legale e una buona perizia tecnica nel riconoscere i cookie che sta usando e dichiararli e predisporre un sistema che consenta all'utente di esprimere il proprio consenso all'uso dei cookie e tutto il resto.

Immagina se gli stessi criteri paranoici venissero fatti valere anche fuori dal web.

Stai girando per la città e ti accorgi che all'incrocio di Via Milano hanno installato una telecamera di sorveglianza.
Ti rechi dal titolare di quella telecamera e lo intimi ad oscurarla ogni volta che tu passi. Perché non vuoi essere profilato (quando ti si vede stai dando un sacco di informazioni sul tuo profilo: come ti vesti, come ti muovi, di che sesso sei, con chi esci, a che ora passeggi, quanto pesi, quanto sei alto, eccetera).

Invece non ti dà fastidio la telecamera su Via Bari. Quella può riprenderti senza problemi.

Ora entri in un negozio. La commessa ti accoglie con un "buongiorno!" tu le dici che preferisci parlare inglese. Però non l'autorizzi a memorizzare questa preferenza e dunque lei continuerà a parlarti in italiano. E tu ogni volta le dovrai dire che preferisci parlare inglese.
Chiedi un paio di pantaloni, stai per fornire la taglia ma le ti interrompe: "no, per favore, non me lo dica! È un dato personale. Prima mi autorizzi a sentirlo".

Riesci comunque a portare a casa i pantaloni. Ma ti accorgi che c'è un difetto. Torni indietro per reclamare la sostituzione, ma loro non ti riconoscono, non ti hanno mai visto, perché non hai autorizzato la memorizzazione dell'acquisto e del tuo profilo cliente. Per loro non sei mai venuto lì.

Dai, esageri

È vero, ho esagerato. Ma non poi tanto. Pensateci. E comunque rimane il fatto: e se io invece dei cookie usassi un altro espediente tecnico, ad esempio il local storage?

No, lascia perdere, tutta questa storia è una sciocchezza immane. Molto meglio sarebbe stato imporre ai browser di dotarsi di un pulsante che attivi la navigazione "cookie free", una specie di estensione di "navigazione privata" che già tutti i browser hanno, in modo che andando sul sito venga impedito a priori l'uso dei cookie senza fare tanti clic inutili o leggere queste informative pallose.

Sarebbe un po' come entrare in un negozio mascherato, come un rapinatore :)

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