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Il Domatore di Font

francesco leonetti

Una volta mio padre mi portò al circo TAGni, famoso per le tigri di Java e per gli Acrobat Ridere, un gruppo di pagliacci acrobatici che per i loro numeri usavano piatti di diverse forme.
Tutti aspettavamo trepidanti l'uscita del Domatore di Font.
I Font erano degli animali strani ed imprevedibili, piccoli e brutti, molto dispettosi. Il Domatore di Font doveva essere un tipo tosto, come un toreador, altrimenti non c'era verso di farsi ascoltare.
Quella sera ci fu un incidente.
Ancora non si sa come e non si sa perché, c'è chi dice che il Domatore aveva bevuto, chi dà la colpa ad un link rotto, fatto sta che la gabbia dei Font si aprì prima del tempo. Quelli non aspettarono altro. In un attimo inondarono gli spalti e si intrufolarono dappertutto.
Il Domatore andò su tutte le furie, li inseguiva e urlava: "dove siete?? dove andate?? se vi trovo vi sostituisco!!!". Un bailamme.
Ma improvvisamente dalle quinte apparve in pista una ragazza bellissima, dallo sguardo così intenso che tutti si sentirono fissati e nessuno più si muoveva. Con un solo gesto fece rientrare i Font nella gabbia, poi con naturale eleganza si arrampicò ad una corda sino su in cima alla tenda. Noi tutti la guardavamo, head in su e fiato sospeso.
Lei sorrise, ci salutò e si lasciò cadere tra avvitamenti e piroette.
Una cascata di grande stile.
Non si fece nulla, c'era la rete a raccoglierla.
Ero talmente emozionato da non riuscire neanche ad applaudire ma solo a sillabare: bel-la.

Da allora niente Font nella mia vita, solo cascate di stile.

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